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Investire dalla Cina verso India e Vietnam

Published: March 2013

Con il continuo aumentare dei costi operativi e di gestione in Cina, sempre più società stanno riflettendo sulla possibilità di trasferire o espandere parte delle proprie strutture produttive o di acquisto, attualmente in Cina, in altri mercati del Sud Est asiatico. Alla base di questo vi è anche l’interesse stesso della Cina che sta cercando di migrare da un'economia basata sull'esportazione e la produzione di prodotti di basso valore aggiunto ad un modello di crescita basato sul consumo interno e sugli investimenti mirati (con la conseguente pianificazione di aumento degli stipendi e introiti dei propri cittadini).

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Con il continuo aumentare dei costi operativi e di gestione in Cina, sempre più società stanno riflettendo sulla possibilità di trasferire o espandere parte delle proprie strutture produttive o di acquisto, attualmente in Cina, in altri mercati del Sud Est asiatico. Alla base di questo vi è anche l’interesse stesso della Cina che sta cercando di migrare da un'economia basata sull'esportazione e la produzione di prodotti di basso valore aggiunto ad un modello di crescita basato sul consumo interno e sugli investimenti mirati (con la conseguente pianificazione di aumento degli stipendi e introiti dei propri cittadini).

Allo stesso tempo, paesi come il Vietnam (ma non solo) cercano di attirare nuovi investimenti stranieri attraverso incentivi e trattamenti fiscali agevolati del tutto simili a quelli che hanno portato la Cina, a partire dall'inizio degli anni 80, alla sua posizione odierna di fucina produttiva mondiale. Anche l'India, con una manodopera abbondante, giovane ed economica, accoppiata ad un'economia di consumo di massa, assomiglia senz'ombra di dubbio alla Cina di vent'anni fa.

In questo numero di Asia Briefing, discuteremo il motivo per cui la Cina non è più l'unica soluzione per le attività basate sulla produzione o sul sourcing e vedremo come l'evoluzione del commercio in Asia dimostri che paesi come Vietnam e India ne rappresentino le concorrenziali alternative. Con questo presupposto, esamineremo gli scopi, i pro e i contro dei veicoli di ingresso al mercato che sono a disposizione dell'investitore straniero interessato ai due paesi. Andremo ad esaminare, inoltre, i vantaggi derivanti dall'utilizzo di Hong Kong o Singapore come base verso tali mercati asiatici. Commenteremo, infine, l'impatto che la Trans-Pacific Partnership avrà sui produttori con sede sia in Cina sia in Vietnam.

In periodi di forte cambiamento economico e di rapido spostamento della supply chain a livello globale, l'imprenditore di oggi si trova di fronte a delle scelte importanti per il posizionamento ma soprattutto per la sopravvivenza della propria azienda negli anni futuri. Mi auguro quindi che il contenuto di questo numero di Asia Briefing possa essere di stimolo nel considerare altri mercati oltre quelli tradizionali e quello cinese. Le opportunità non mancheranno di sicuro per chi sapra' cogliere questo nuovo challenge.

In questo numero:

  • Vietnam e India come alternative alla Cina
  • Costituire una società a partecipazione estera in Vietnam
  • Costituire una società a partecipazione estera in India
  • Hong Kong e Singapore; possibili holdings per investimenti in Asia?
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